In questo post
propongo gli emendamenti che invierò, protocollati, all’Assessore Firinu e al
Presidente Pigliaru.
Gli emendamenti li accompagnerò con i
quattro libri che ne costituiscono la base teorica: The Phology of Capmidanian Sardinian,
Atti del Convegno del Gruppu po sa lingua sarda, Sardegna fra tante lingue, Le
identità linguistiche dei Sardi.
A questo punto, invito non solo e non
tanto i sostenitori della LSC–i quali si schiereranno per motivi vari ed
eventuali a favore o contro gli emendamenti–ma soprattutto gli attivisti a
favore del sardo meridionale a confrontare la LSC emendata alle Arregulas.
Mi sembra chiaro che
con la mia proposta, non si tratti più di scegliere tra varietà del sardo, ma
tra sistemi ortografici: uno scopiazzato da quello pesudofonetico
dell’italiano–che comunque non corrisponde ad alcuna varietà veramente parlata
del sardo–e un sistema ortografico leggermente più astratto, ma che permette di
scrivere ugualmente tutti i dialetti meridionali.
In questi giorni che
seguono presenterò le regole di pronuncia che permettono di passare dalla LSC a
vari dialetti locali.
P.S. il blog non mi
permette di usare i simboli IPA, non tutti.
Appena possibile
pubblicherò la versione PDF del documento.
1
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2
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3
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4
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Grafia
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Pronuncia centrosettentrionale
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Pronuncia meridionale
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normascrittaLimbaSardaComuna
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b-
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[bɔɛ]
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[bɔi]
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In posizione iniziale di parola la
lettera B indica la plosiva bilabiale sonora: boe, binu,bacca
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-bb-
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bab:u]
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[bab:u]
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In posizione intervocalica la
doppia B indica la plosiva bilabiale sonora:
babbu, pubblicu,
libbru
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-b-
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[saBa]
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[saBa]
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In posizione intervocalica la B
scempia indica la fricativa bilabiale sonora: saba, abe, cuba
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Emendamento 1: la soluzione adottata
dalla RAS prevede un uso incostante della doppia BB, cosa che ne rende molto
problematica sia la grafia sia la pronuncia. Si propone perciò di adottare la
doppia BB soltanto per indicare la plosiva intervocalica e la B scempia
soltanto per la fricativa intervocalica.
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ch+vocalefrontale (E/I)
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[kelu]
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[tSelu]
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chelu, chida
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Emendamento 2: l’adozione della doppia
pronuncia del nesso CH (una velare, grosso modo settentrionale: [k]; e una
palatale, grosso modo meridionale: [tS]) rende necessario adottare un’altra
convenzione grafica per indicare le velari condivise da (quasi) tutte le
varietà anche davanti alle vocali frontali (es.: [k]istione/[k]istioni). La
soluzione potrebbe essere l’uso della lettera K – ormai ben conosciuta da
tutti i parlanti – oppure l’adozione di una grafia etimologica, come avviene
in spagnolo e francese (es.: quistione). Questa seconda soluzione avrebbe il
vantaggio di essere parallela all’adozione della grafia GU, per le velari
sonore condivise, ma lo svantaggio di assomigliare alla grafia italiana. Cosa
che comporterebbe un vago rischio di distorcimento della pronuncia.
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-g-
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[loɣu]
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[loɣu]
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logu
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Emendamento 3: la lettera X
costituisce un elemento fortemente identitario per i parlanti meridionali. È
presente in molti toponimi e in molti cognomi. Adottarla al posto del nesso
GH davanti alle vocali frontali, servirebbe a rendere più facilmente
accettabile lo standard grafico alla maggioranza dei Sardi (es. paxe). Per i parlanti settentrionali l’adozione di
questa convenzione comporterebbe soltanto dover imparare a pronunciare la X
come fricativa velare sonora ([paɣɛ]). I parlanti meridionali pronuncerebbero la stessa parola come [paZi]. Questa soluzione scontenterebbe entrambi i gruppi il meno possibile:
entrambi i gruppi dovrebbero imparare a pronunciare una lettera in modo
diverso dalla pronuncia italiana.
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-ng- + vocale palatale
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[praNgɛɾɛ]
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[praɲdʒi]
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prangher
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Emendamento 4: la E finale dei verbi
della seconda coniugazione è paragogica e non va rappresentata. Oltretutto
l’eliminazione della E finale permette di eliminare l’accento sull’antepenultima
sillaba e rende più agevole la pronuncia meridionale.
Inoltre: il nesso GH si pronuncia con la velare al settentrione, ma con
la palatale nel meridione.
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r-
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[ramu]
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[arramu]
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ramu
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La pronuncia meridionale ([arramu]),
senza la rappresentazione grafica della prostesi della [a] deve essere
compensata dalla coerente esclusione della [i] prostetica in parole come
SCALA, ecc. Entrambe le pronunce sono dovute a regole sincroniche che fanno
parte della competenza linguistica dei parlanti e se si esclude quella
meridionale dalla grafia, altrettanto va fatto con la regola settentrionale.
Quindi si propone di scrivere SCALA, e non ISCALA.
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-bb-
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[ab:a]
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[akwa]
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acua (abba)
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Emendamento 5: la grafia ABBA,
derivata dal latino AQUA, non rispetta l’etimologia della parola, quindi va
rifiutata. Se dovesse risultare una questione importante per l’ identità per
i parlanti settentrionale, si può adottare una doppia grafia (ABBA/ACUA). Si
tratta in ogni caso di poche parole e per i parlanti settentrionali si
tratterebbe soltanto di applicare la stessa regola che ha portato da ACUA a
ABBA.
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sc-
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[iskɔla]
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[skɔla]
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scola
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Emendamento 6: come per le parole che
cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non
esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo
differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia SPIGA.
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sp-
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[ispiɣa]
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[spiɣa]
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spiga
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Emendamento 6: come per le parole che
cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non
esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo
differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia SPIGA.
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|||
st-
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[istaɾe]
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[stai]
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stare
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Emendamento 6: come per le parole che
cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non
esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo
differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia STARE.
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-ngu-
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[limba]
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[liNgwa]
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lingua (limba)
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Emendamento 5: la grafia LIMBA non rispetta
l’etimologia della parola, quindi va rifiutata. Se dovesse risultare una
questione importante per l’ identità per i parlanti settentrionale, si può
adottare una doppia grafia (LINGUA/LIMBA). Si tratta in ogni caso di poche
parole e per i parlanti settentrionali si tratterebbe soltanto di applicare
la stessa regola che ha portato da LINGUA a LIMBA.
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l+yod
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[fidʒu]
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[fillu]
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fìgiu/fillu
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Emendamento 7: dato che si tratta di
pochissime parole che in latino mostravano il nesso L + Y, e dato che questo nesso
si è evoluto in modo completamente differente nelle varietà meridionali,
ripsetto a quelle settentrionali, si propone di adottare la doppia grafia.
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