martedì 24 giugno 2014

Propostas de emendamentos a sa LSC de Roberto Bolognesi




In questo post propongo gli emendamenti che invierò, protocollati, all’Assessore Firinu e al Presidente Pigliaru.
Gli emendamenti li accompagnerò con i quattro libri che ne costituiscono la base teorica: The Phology of Capmidanian Sardinian, Atti del Convegno del Gruppu po sa lingua sarda, Sardegna fra tante lingue, Le identità linguistiche dei Sardi.
A questo punto, invito non solo e non tanto i sostenitori della LSC–i quali si schiereranno per motivi vari ed eventuali a favore o contro gli emendamenti–ma soprattutto gli attivisti a favore del sardo meridionale a confrontare la LSC emendata alle Arregulas.
Mi sembra chiaro che con la mia proposta, non si tratti più di scegliere tra varietà del sardo, ma tra sistemi ortografici: uno scopiazzato da quello pesudofonetico dell’italiano–che comunque non corrisponde ad alcuna varietà veramente parlata del sardo–e un sistema ortografico leggermente più astratto, ma che permette di scrivere ugualmente tutti i dialetti meridionali.
In questi giorni che seguono presenterò le regole di pronuncia che permettono di passare dalla LSC a vari dialetti locali.

P.S. il blog non mi permette di usare i simboli IPA, non tutti.
Appena possibile pubblicherò la versione PDF del documento.

1
2
3
4
Grafia
Pronuncia centrosettentrionale
Pronuncia meridionale
normascrittaLimbaSardaComuna
b-
[bɔɛ]
 [bɔi]
In posizione iniziale di parola la lettera B indica la plosiva bilabiale sonora: boe, binu,bacca
-bb-
bab:u]
[bab:u]
 In posizione intervocalica la doppia B indica la plosiva bilabiale sonora:
babbu, pubblicu, libbru
-b-
[saBa]
[saBa]
In posizione intervocalica la B scempia indica la fricativa bilabiale sonora: saba, abe, cuba
Emendamento 1: la soluzione adottata dalla RAS prevede un uso incostante della doppia BB, cosa che ne rende molto problematica sia la grafia sia la pronuncia. Si propone perciò di adottare la doppia BB soltanto per indicare la plosiva intervocalica e la B scempia soltanto per la fricativa intervocalica.

ch+vocalefrontale (E/I)
[kelu]
[tSelu]
chelu, chida
Emendamento 2: l’adozione della doppia pronuncia del nesso CH (una velare, grosso modo settentrionale: [k]; e una palatale, grosso modo meridionale: [tS]) rende necessario adottare un’altra convenzione grafica per indicare le velari condivise da (quasi) tutte le varietà anche davanti alle vocali frontali (es.: [k]istione/[k]istioni). La soluzione potrebbe essere l’uso della lettera K – ormai ben conosciuta da tutti i parlanti – oppure l’adozione di una grafia etimologica, come avviene in spagnolo e francese (es.: quistione). Questa seconda soluzione avrebbe il vantaggio di essere parallela all’adozione della grafia GU, per le velari sonore condivise, ma lo svantaggio di assomigliare alla grafia italiana. Cosa che comporterebbe un vago rischio di distorcimento della pronuncia.

-g-
[loɣu]
[loɣu]
logu
Emendamento 3: la lettera X costituisce un elemento fortemente identitario per i parlanti meridionali. È presente in molti toponimi e in molti cognomi. Adottarla al posto del nesso GH davanti alle vocali frontali, servirebbe a rendere più facilmente accettabile lo standard grafico alla maggioranza dei Sardi (es. paxe). Per i parlanti settentrionali l’adozione di questa convenzione comporterebbe soltanto dover imparare a pronunciare la X come fricativa velare sonora ([paɣɛ]). I parlanti meridionali pronuncerebbero la stessa parola come [paZi]. Questa soluzione scontenterebbe entrambi i gruppi il meno possibile: entrambi i gruppi dovrebbero imparare a pronunciare una lettera in modo diverso dalla pronuncia italiana.


-ng- + vocale palatale
[praNgɛɾɛ]
[praɲdʒi]
prangher
Emendamento 4: la E finale dei verbi della seconda coniugazione è paragogica e non va rappresentata. Oltretutto l’eliminazione della E finale permette di eliminare l’accento sull’antepenultima sillaba e rende più agevole la pronuncia meridionale.
Inoltre: il nesso GH si pronuncia con la velare al settentrione, ma con la palatale nel meridione.
r-
[ramu]
[arramu]
ramu
La pronuncia meridionale ([arramu]), senza la rappresentazione grafica della prostesi della [a] deve essere compensata dalla coerente esclusione della [i] prostetica in parole come SCALA, ecc. Entrambe le pronunce sono dovute a regole sincroniche che fanno parte della competenza linguistica dei parlanti e se si esclude quella meridionale dalla grafia, altrettanto va fatto con la regola settentrionale. Quindi si propone di scrivere SCALA, e non ISCALA.

-bb-
[ab:a]
[akwa]
acua (abba)
Emendamento 5: la grafia ABBA, derivata dal latino AQUA, non rispetta l’etimologia della parola, quindi va rifiutata. Se dovesse risultare una questione importante per l’ identità per i parlanti settentrionale, si può adottare una doppia grafia (ABBA/ACUA). Si tratta in ogni caso di poche parole e per i parlanti settentrionali si tratterebbe soltanto di applicare la stessa regola che ha portato da ACUA a ABBA.

sc-
[iskɔla]
[skɔla]
scola
Emendamento 6: come per le parole che cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia SPIGA.
sp-
[ispiɣa]
[spiɣa]
spiga
Emendamento 6: come per le parole che cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia SPIGA.
st-
[istaɾe]
[stai]
stare
Emendamento 6: come per le parole che cominciano in latino con R, si deve adottare la grafia etimologica. Non esiste alcun motivo logico per trattare le forme settentrionali in modo differente da quelle meridionali. Quindi si propone la grafia STARE.

-ngu-
[limba]
[liNgwa]
lingua (limba)
Emendamento 5: la grafia LIMBA non rispetta l’etimologia della parola, quindi va rifiutata. Se dovesse risultare una questione importante per l’ identità per i parlanti settentrionale, si può adottare una doppia grafia (LINGUA/LIMBA). Si tratta in ogni caso di poche parole e per i parlanti settentrionali si tratterebbe soltanto di applicare la stessa regola che ha portato da LINGUA a LIMBA.

l+yod
[fidʒu]
[fillu]
fìgiu/fillu
Emendamento 7: dato che si tratta di pochissime parole che in latino mostravano il nesso L + Y, e dato che questo nesso si è evoluto in modo completamente differente nelle varietà meridionali, ripsetto a quelle settentrionali, si propone di adottare la doppia grafia.

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